Restare senza reddito nella Locride significa diventare potenziali “dipendenti” della ‘ndrangheta.
Per tutelare il personale della Call&Call di Locri (Rc), il collega M5s Davide Tripiedi e io abbiamo presentato una specifica interrogazione ai ministri dell’Economia e dello Sviluppo Economico. In particolare, abbiamo chiesto se si possano evitare «gli annunciati licenziamenti dei sopraindicati 128 lavoratori» e se i ministri interrogati «non intendano assumere iniziative volte a prevedere un piano di ricollocamento» per i dipendenti che dovessero finire in disoccupazione. Nell’atto di sindacato ispettivo abbiamo precisato che, «secondo i sindacati e le Rsu che stanno seguendo la vicenda, gli annunciati licenziamenti non sono causati da crisi economiche od occupazionali dovute a mancanza di lavoro, ma dalla decisione dell’azienda e dalla volontà di Engie Italia che, per problemi a suo dire logistici, hanno deciso di abbandonare la Locride». Questa è una situazione in cui lo Stato non può temporeggiare o accettare passivamente le logiche del mercato. Occorre che i ministri competenti verifichino gli strumenti e le possibilità per salvare o ricollocare i lavoratori a rischio, perché restare senza reddito nella Locride significa diventare potenziali “dipendenti” della ‘ndrangheta. Un vero cantiere per la Calabria deve iniziare dalla salvaguardia dei posti di lavoro.