La vicepresidenza del Consiglio della Calabria all’esponente Ncd Pino Gentile rivela la sfacciata ambiguità del Partito democratico di Renzi.
di Dalila NESCI
Sarebbe fin troppo facile parlare di “Gattopardo”. Eppure è proprio così che stanno le cose. E la nomina di ieri di Pino Gentile a vicepresidente del Consiglio della Regione Calabria, ne è la prova evidente. Il Partito Democratico non ha avuto la forza di imporre alcun rinnovamento nella regione più bisognosa di pulizia politica, di coraggio e di rottura col passato. Questa è la triste verità dei fati.
Avevamo atteso segnali di cambiamento dal presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio. Ci speravamo. Ma, stando alla nuova poltrona di Gentile e alla mancata nomina dello stesso governatore a commissario per il Rientro dal debito sanitario, bisogna prendere atto del fatto che evidentemente Oliverio deve subire imposizioni e ricatti politici romani, si spera non ad oltranza.
In Calabria si ripetono, dunque, gli equilibri di potere esistenti a Roma. L’inizio della nuova legislatura regionale si caratterizza per la sopravvivenza dei vecchi schemi e delle solite logiche spartitorie, nonché per la conferma di un ex delfino di Giuseppe Scopelliti. Le elezioni della Calabria sono servite a rimescolare le carte per lasciare le cose proprio come erano.
Vedremo come Oliverio vorrà uscire dalla morsa in cui è stretto, visto che alle regionali ripudiò l’alleanza con i fratelli Gentile.