La Stroke Unit di Vibo Valentia è riferimento indiscutibile per l’area centrale della Calabria per il trattamento dell’ictus nel territorio vibonese e catanzarese.
di Dalila NESCI
In proposito ho scritto un’articolata lettera, con i dati sugli esiti dei relativi trattamenti, indirizzata al commissario alla sanità calabrese Massimo Scura, al governatore Mario Oliverio e al vicepresidente della Regione Calabria, Antonio Viscomi, nonché ai ministri di Salute ed Economia e al dg del dipartimento regionale Tutela della Salute, Riccardo Fatarella.
Ho evidenziato, dati alla mano, l’esperienza maturata, la rilevanza scientifica indiscussa del direttore e il notevole addestramento dell’équipe medica e paramedica. Ho poi ricordato l’attuale precarietà del riordino dei servizi sanitari in Calabria, tanto per l’illegittimità del commissariamento, quanto per i rapporti correnti tra il governatore regionale e il commissario Scura e per il recente cortocircuito istituzionale che ha coinvolto il sub-commissario Andrea Urbani, il dg del dipartimento, Riccardo Fatarella, il dg della programmazione sanitaria nazionale, Renato Botti, e lo stesso Scura.
Intanto, né Lorenzin né Padoan hanno ancora risposto al recente quesito di fondo, articolato in apposita interrogazione, sulla illegittimità della tacita proroga del commissariamento in luogo della restituzione integrale delle competenze alla Regione Calabria.
Oggi, però, mi preme sottoporre alla loro attenzione la vicenda della Stroke Unit di Vibo Valentia, che, come già dissi in occasione del mio primo incontro con il commissario ad acta, risalente al 31 marzo 2015, va potenziata per risultati e ubicazione, nell’ambito del riassetto in corso dei servizi sanitari. Come sappiamo, in questo riassetto al momento sussistono non poche criticità risolubili; a partire dalla distribuzione dei posti letto per singola provincia e dalle questioni, già aperte, sulla qualità delle prestazioni, l’effettività delle reti individuate e la complementarietà di specifici presidi sanitari.