Antonio Gentile si è dimesso da sottosegretario ai Trasporti e alle Infrastrutture del governo Renzi. Da più parti, a cominciare dal Movimento Cinque Stelle, la sua nomina era stata ritenuta inopportuna, contraddittoria e ingiustificabile. Questo per causa di pressioni esercitate, in suo nome, contro l’uscita del quotidiano calabrese L’Ora della Calabria, che riportava la notizia di un’indagine a carico del figlio Andrea.
di Dalila NESCI
Con una breve cronistoria, ricorderò i fatti. Venerdì scorso il giovane vecchio Matteo Renzi nomina viceministri e sottosegretari. Tra questi spicca il nome del calabrese Antonio Gentile. Immediatamente, noi 5 Stelle ci opponiamo: insieme ai colleghi Federica Dieni, Paolo Parentela e Nicola Morra con comunicati espliciti denunciamo tutti gli aspetti dell’assurdità, a differenza del Pd che non è andato oltre timide, generiche, ipocrite dichiarazioni.
Senza mezzi termini e al di là delle questioni penali, abbiamo chiarito all’Italia chi è il personaggio Gentile: espressione della classe politica, di destra, centro o sinistra, che ha ridotto la Calabria all’elemosina e i giovani all’emigrazione.
Non vanno dimenticate le nostre due interrogazioni sulla sanità calabrese, che è il cuore del sistema di potere della coppia Gentile-Scopelliti (governatore della Regione Calabria). Ieri, poi, abbiamo spiegato sul blog di Beppe Grillo le ragioni per cui abbiamo preteso a gran voce le dimissioni di Gentile.
Azioni pesantissime, dunque. Ma che pochi conoscono a causa dell’omertà di una parte della stampa calabrese. A cominciare da quella che dovrebbe garantire il cosiddetto “servizio pubblico”. Infatti, nessuna parola è stata spesa dalla Rai regionale sulle dure e nette posizioni del M5S. Meglio dedicare spazio alle dichiarazioni in pompa magna di Scopelliti, per il quale la nomina di Gentile avrebbe risolto i problemi infrastrutturali di Calabria e Mezzogiorno, o a quelle del Partito Democratico, che pensa di potersi ricostruire una finta verginità, dopo decenni di politica contraria al bene comune.
Si continua a mistificare la realtà, si continua ad offrire un resoconto dei fatti falso e meschino, tacendo per compiacere il politico amico di turno. La Rai è servizio pubblico, ma cede al potere. Avevamo toccato con mano questa pratica mistificatoria schifosa quando, a novembre scorso, il Tgr calabrese parlò di uno stanziamento di 20 milioni per la Calabria promosso proprio da Gentile insieme a Piero Aiello, altro senatore calabrese Ncd. Uno stanziamento, però, mai avvenuto, completamente inventato. Se la Rai continuerà a disinformare, osannando o tacendo per favorire dei politici, nuocerà a se stessa.
Per ultimo, oggi diversi giornali hanno sottolineato che Gentile non è indagato dalla Procura di Cosenza. Come se il problema fosse l’ambito penale e non quello politico.
La vicenda Gentile, iniziata dalla censura subita dal quotidiano L’Ora della Calabria, insegna che è finito il tempo dei silenzi, imposti e complici.
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La lezione di Paolo Borsellino su politici e condanne penali