Ennesimo atto illegittimo nella sanità calabrese. Con la proroga ad Antonio Belcastro dell’incarico di commissario del Mater Domini, il dg Riccardo Fatarella ha dimostrato di agire per conto proprio scavalcando la dormiente giunta Mario Oliverio che invece dovrebbe garantire legalità.
di Dalila NESCI
La proroga di 45 giorni ad Antonio Belcastro dell’incarico di commissario del policlinico universitario di Catanzaro, dimostra come il dirigente generale del dipartimento della Regione Calabria preposto alla tutela della salute, Riccardo Fatarella, abbia scavalcato in assoluta autonomia la giunta di Mario Oliverio che invece dovrebbe garantire legalità, ormai quasi inesistente in questa amministrazione.
La verità è che il dg Fatarella si è assunto una responsabilità politica, scavalcando la giunta, l’unica che per legge ha il potere esclusivo di scegliere i vertici della sanità.
Capisco bene che il controllo sistematico delle nomine da parte del Movimento 5 stelle ha mandato in tilt il sistema. La proroga di 45 giorni a Belcastro serve al dipartimento, che ne sta difendendo la poltrona, a trovare una soluzione per garantirgli quella stanza di comando da cui Belcastro ha contribuito ai disavanzi nei bilanci del policlinico, ufficialmente bocciati.
Di recente al vicepresidente della giunta regionale, il professor Viscomi, ho detto con chiarezza che il tempo del governatore Oliverio è già scaduto. Adesso l’esecutivo della Calabria deve decidere se legittimare Belcastro per conto del rettore Quattrone o se applicare una legge regionale che, come ho scritto ai dirigenti Fatarella e Zito, non consente che il manager resti ancora in sella né ammette le fantasiose giustificazioni rese finora dal dipartimento, di cui informerò la magistratura contabile e penale.
Chi sbaglia, paga, dice la legge. Non ci dicano che Belcastro, tra i protagonisti della gestione sanitaria negli ultimi quindici anni e della scomparsa della Fondazione Campanella, sia l’unico in grado di dirigere l’azienda ospedaliera dell’Università di Catanzaro, che in Italia è quella che paga i fornitori col maggiore ritardo e che chiuderà anche il bilancio 2014 con un disavanzo milionario, nonostante goda di un illecito surplus di finanziamento grazie alla complicità del subcommissario Urbani e del dipartimento per la salute.