Questo pomeriggio ho inviato alla procura di Catanzaro e alla Corte dei Conti un’integrazione rispetto al mio esposto sulle nomine nella sanità da parte dell’esecutivo regionale calabrese, il cui relativo fascicolo è in mano all’aggiunto Giovanni Bombardieri.
di Dalila NESCI
Lo schifo nella sanità continua ad emergere. E noi, puntuali, siamo pronti a denunciare. La magistratura, sono certa, farà giustizia sulle gravi questioni della gestione regionale targata Scopelliti’s, compresi i ritardi sulla decadenza di Paolo Maria Gangemi, rimasto a dirigere l’azienda ospedaliera di Cosenza nonostante il contratto scaduto e un rinvio a giudizio per circostanze legate al suo incarico dirigenziale.
Oggi pomeriggio, infatti, ho presentato un’integrazione alla procura di Catanzaro e alla Corte dei Conti rispetto al mio esposto sulle nomine nella sanità da parte dell’esecutivo regionale calabrese. Dagli atti ufficiali, infatti, emergono rimpalli fra dipartimento della Salute e giunta della Calabria. Rinviato a giudizio il 14 maggio scorso, Gangemi doveva decadere il 15 maggio, come peraltro richiesto dall’allora sub-commissario per il Rientro dal debito sanitario, il generale Luciano Pezzi. Ciononostante, Gangemi è sempre al suo posto e da allora percepisce un sacco di soldi pubblici. Inoltre, ricordo, ha pure sottoscritto contratti importanti come direttore dell’azienda ospedaliera cosentina.
Le indagini in corso a Catanzaro sull’uso del potere in Calabria ci dicono del tratto distintivo dei governanti nostrani, convinti sino alla fine della loro onnipotenza.
Mi chiedo, per ultimo, che fine abbiano fatto i politici di provata esperienza, che si presentano alle elezioni regionali.