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EUROPA: RISCHIO DI INFRAZIONE? CAMBIARE LE REGOLE PER POTER SALVAGUARDARE BENESSERE CITTADINI ED AMBIENTE

La Commissione Europea vuole aprire una procedura d’infrazione per l’Italia a causa di debito eccessivo: ancora una volta, ci rendiamo conto di quanto sia necessario cominciare a lavorare con serietà, impegno e competenza per cambiare radicalmente le regole economiche su cui si fonda la nostra Unione.
Anni di austerity, improntati sulla necessità di abbassare i livelli di debito nei Paesi “ad alto rischio”, non hanno fatto nient’altro che peggiorare le condizioni di vita dei cittadini in quegli Stati, mortificando i tentativi di ripresa dell’economia reale basati sugli investimenti in infrastrutture, sanità e servizi.
Oggi, non possiamo correre il rischio di veder sfumare i progetti per un’Italia più stabile, più forte e attenta ai bisogni dei cittadini. Il nostro Paese ha necessità di investire in settori chiave della nostra economia, come quello delle energie rinnovabili: un passo cruciale, alla luce dei progressivi cambiamenti climatici a cui il nostro pianeta è sottoposto.

Come lo stesso Luigi Di Maio ha sottolineato, gli investimenti green, per un’Europa sostenibile, devono essere sganciati dai vincoli economici fino ad oggi imposti: il Patto di Stabilità e i limiti del 3% non possono più inserire a bilancio anche i progetti messi in campo per una progressiva transizione energetica del nostro continente, che faccia a meno delle fonti fossili. Per raggiungere gli obiettivi di un’Europa finalmente #carbonfree, è necessario dunque mettere i Paesi che compongono l’Unione Europea in condizione di poter accompagnare e sostenere questa delicata ed imprescindibile trasformazione.

In questo ultimo anno, abbiamo lentamente cominciato a riportare l’economia in una posizione di SERVIZIO nei confronti dello Stato e del cittadino, e attraverso il Reddito di Cittadinanza abbiamo ri-cominciato dal basso, da coloro che non potevano più essere lasciati indietro.
Come ha recentemente sottolineato il Presidente Conte, il nostro Paese sta dimostrando una “nuova sensibilità”, determinato a dare un “contributo critico” per modificare le regole esistenti, che mal si accompagnano ad un progetto di soddisfacimento dei reali bisogni e del benessere dei nostri cittadini.