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SOTTOSEGRETARIA NESCI: LAVORIAMO PER L’ALTA VELOCITÀ

Oggi ho avuto il piacere di partecipare al Consiglio comunale aperto di #Paola (CS). La città di Paola rappresenta da sempre uno degli snodi principali del trasporto ferroviario e del turismo calabrese. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza prevede un investimento di 11,2 mld specificamente destinato ai collegamenti ferroviari ad alta velocità verso il Sud per passeggeri e merci a lunga percorrenza. La linea Salerno-Reggio Calabria costituisce oggi più che mai una delle sfide più rilevanti per lo sviluppo del Sud ed in prospettiva un valore aggiunto per i collegamenti nazionali ed europei.
Procederemo per gradi puntando su tre progetti principali. La realizzazione dell’alta velocità sul tratto Battipaglia-Praia a Mare, che seguirà il tratto autostradale onde evitare un impatto sulla costiera del Cilento, il tratto Praia a Mare-Tarsia, per offrire uno snodo verso Sibari e la tratta Jonica; infine la nuova galleria ferroviaria tra Paola e Cosenza. Da Paola in giù a mio avviso sarebbe auspicabile investire sulla riqualificazione dell’attuale linea ferrata costiera, adeguandola all’alta velocità, piuttosto che idearne una nuova nell’entroterra.
L’AV sul litorale tirrenico risulterà fondamentale anche nell’ottica della salvaguardia del turismo religioso, l’hinterland paolano è uno dei principali luoghi di culto della comunità cristiana a livello mondiale. Assolutamente edificante è stato l’incontro con i Frati Minimi del Santuario di Paola, una visita a cui tenevo in particolar modo, essendo San Francesco Patrono della Calabria e della gente di mare.
Di altra natura e arricchente in egual misura si è rivelato l’incontro ad #Amantea con Sua Eccellenza l’Ambasciatore Gianludovico De Martino dell’ ADSI – Associazione Dimore Storiche Italiane. La sezione calabrese di ADSI lavora in prima linea per la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio storico-architettonico del nostro territorio, le realtà come ADSI rappresentano i pilastri da cui ripartire per promuovere nuove forme di turismo sostenibile.

Ancora minacce a Gratteri, intervento di Dalila Nesci.

Si vuole attentare alla vita di un magistrato, Nicola #Gratteri, ma soprattutto a ciò che rappresenta per l’opinione pubblica: una volontà di rinascita che dalla #Calabria può liberare l’Italia dal giogo mafioso.

Restiamo al fianco di Gratteri e dei magistrati coraggiosi che stanno scrivendo la storia insieme ai tanti cittadini che vogliono cambiare ed essere liberi!

 

STOP #MES CON ALLEANZA TRASVERSALE IN PARLAMENTO. PER AFFRONTARE #CORONAVIRUS POTERI STRAORDINARI ALLA #BCE: SE NON DIVENTA PRESTATORE DI ULTIMA ISTANZA SALTA #UE

In un’ora così grave per il nostro Paese e per l’intera Europa – proprio quando ci aspetteremmo aiuto e solidarietà dai nostri fratelli europei – sembra invece che sia in arrivo un fendente inatteso alla nostra #Democrazia.

Da fonti giornalistiche apprendiamo, infatti, che sarebbe stata anticipata alla riunione dell’Eurogruppo del 16 marzo l’approvazione definitiva della riforma del Meccanismo Europeo di Stabilità (#MES) – organo formato da tecnocrati e collocato al di fuori dell’ordinamento UE – che potrebbe introdurre, tra l’altro, la precondizionalità della ristrutturazione del debito. Quello che il Prof. Giampaolo Galli – vicedirettore dell’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani dell’Università Cattolica – ha definito in sede di audizione alla Commissione Bilancio “un colpo di pistola a sangue freddo alla tempia dei risparmiatori italiani”.

Utilizziamo ancora il condizionale perché, lo ricordiamo, le riunioni dell’Eurogruppo sono di carattere confidenziale e sebbene in quei consessi vengano adottate decisioni politiche di enorme impatto per milioni di cittadini europei, non è possibile accedere ai loro verbali.
Un “muro di opacità” a cui in troppi ancora si adeguano, come ha notato di recente Yanis Varoufakis, ex ministro delle Finanze ellenico, nel tentativo di rendere pubbliche le registrazioni delle sedute dell’Eurogruppo.

Mi unisco pertanto alle serie preoccupazioni di molti colleghi parlamentari tra cui Stefano Fassina e Alberto Bagnai – con cui, peraltro, abbiamo avuto modo di dibattere sulla questione durante il XXI Incontro di Parole Guerriere Incontri Evoluzionari del febbraio scorso – circa l’improvvisa accelerazione sulla revisione del cosiddetto Fondo Salva Stati e conveniamo che sarebbe un segno di correttezza istituzionale adottare una moratoria nelle sedi europee, finché non sia possibile tornare ad una piena operatività parlamentare.

La priorità dovrebbe essere quella di DARE SUBITO ALLA #BCE POTERI STRAORDINARI PER FARLA DIVENTARE PRESTATORE DI ULTIMA ISTANZA per salvare -senza condizioni- gli Stati in crisi di liquidità e a rischio default.
Serve infatti iniettare la liquidità necessaria per implementare il Sistema Sanitario e, ancor più in generale, contrastare la congiuntura economica che sembra davvero volgere al peggio.
E’ il momento di riformare la BCE e le altre Istituzione europee, penso in primis a dare potestà d’iniziativa legislativa al Parlamento UE. L’Italia può capeggiare in Europa questa spinta politica trasversale riformatrice. IN CASO CONTRARIO SAREMO COSTRETTI, A LIVELLO NAZIONALE, A PRENDERE CONTROMISURE ALTRETTANTO STRAORDINARIE.

Ciò detto, tengo a precisare che qualsivoglia decisione dovesse prendere l’Eurogruppo, anche se dovesse ignorare la risoluzione del dicembre scorso, l’ultima parola sulla riforma del #MES spetterà al nostro #Parlamento.
Si tratta infatti di una modifica ad un trattato internazionale e, come recita l’art. 80 della nostra Costituzione, le Camere dovranno comunque autorizzarne la ratifica.
Su questo auspico la più ampia alleanza politica a difesa della sovranità nazionale.

Non si può far passare il messaggio che ormai non è più possibile far nulla.
Si può, si deve, impedire la ratifica della riforma del #MES!
https://www.facebook.com/461701633867376/posts/2761524287218421/?d=n

CORONAVIRUS: RINFORZIAMO IL SISTEMA SANITARIO ITALIANO

 

 

Oggi in aula ho replicato al Ministro Boccia che rispondeva ad un nostro quesito sull’azione delle Regioni nella gestione dell’emergenza da Coronavirus. In particolare, le Regioni devono procedere all’emanazione  dell’ordinanza tipo predisposta dal Governo, in raccordo con la Conferenza delle Regioni, l’Istituto Superiore di Sanità e la Protezione Civile, per coordinare le azioni nei territori fuori dall’area del contagio da Coronavirus. La risposta ricevuta è rincuorante perché già sono state emanate le ordinanze di: Lazio, Puglia, Abruzzo, Molise, Sicilia, Campania, Toscana, Sardegna, Calabria, Basilicata, Umbria e della Provincia autonoma di Bolzano e via via anche le altre Regioni stanno provvedendo.

L’emergenza in atto ha messo in luce la necessità di garantire in maniera uniforme all’intero Servizio Sanitario Nazionale le risorse, i mezzi e il personale idoneo a far fronte ad una calamità sanitaria che non ha probabilmente precedenti nella storia unitaria del Paese.

I problemi che stiamo affrontando in queste settimane ci mostrano i limiti di un approccio “regionalistico”ad una emergenza di così vasta portata.

È un’evidenza di cui dobbiamo fare tesoro.

Riteniamo che la sinergia tra le Regioni sia l’unica strada per garantire la salute e l’accesso alle cure a tutti i cittadini, senza distinzione di provenienza geografica e tipo di patologia.

Certo, non avremmo mai voluto avere un’occasione del genere. Ma riteniamo sia doveroso, ora, cogliere questa opportunità per convogliare su un unico binario il nostro sistema sanitario e, in tal modo, tentare di rimediare all’evidente sperequazione tra le diverse Regioni italiane.
Doverosa è inoltre una riflessione di ordine generale: la Storia dell’Umanità ha conosciuto epidemie e pandemie in ogni epoca ma questa specifica emergenza sanitaria, diffusasi così rapidamente, è il frutto – amaro – della globalizzazione.

 

Se perciò siamo costretti a ritenere tale processo ormai ineluttabile dobbiamo, con la stessa lucidità, relegare al passato soluzioni emergenziali di tipo localistico. Si rivelerebbero assolutamente inefficaci, se non addirittura ridicole, di fronte a sfide planetarie.

 

In ragione di questa considerazione, non possiamo escludere che nell’immediato futuro saremo chiamati ad affrontare altre emergenze sanitarie della medesima portata.

Sarebbe miope, oltre che irresponsabile, lasciare che a rispondere siano ventuno servizi sanitari regionali, privi di coordinazione e con risorse non adeguatamente ripartite.

 

Lo Stato è e dovrà essere garante di un Servizio Sanitario Nazionale, universale, accessibile per ogni cittadino.

 

Questo è un tratto distintivo del livello della nostra civiltà.

E’ patrimonio della democrazia.

E’ fondamento della Repubblica.

Articolo: Calabria, deputata M5s Nesci: ‘Mi autocandido presidente. Serve deroga alle regole? Svolta governista ha cambiato tutto nel Movimento’

ARTICOLO tratto da Il Fatto Quotidiano

 

Il capo politico del Movimento 5 stelle Luigi Di Maio a giugno le ha già risposto che era “complicato” candidarla alla presidenza della Regione Calabria. Ma la deputata al secondo mandato Dalila Nesci insiste e, a ilfattoquotidiano.it, ribadisce la sua offerta e liquida le resistenze dei colleghi come “ragionamenti di opportunità politica sulle nostre regole”. Per farla correre infatti servirebbe una deroga: permetterle di dimettersi dal Parlamento e quindi di correre per la Regione. A chi la accusa di volerlo fare per la poltrona e allungarsi la vita dice: “Sono elucubrazioni mentali”. E cita il caso del consigliere regionale siciliano Giancarlo Cancelleri che è da poco diventato viceministro: “Anche a a me ha stupito”. E commenta: “La svolta governista ha cambiato tutto nel Movimento 5 stelle”. Alcuni parlamentari calabresi, in linea con il patto civico già sperimentato in Umbria in queste settimane, hanno proposto due candidati civici, ma per lei non sono condivisibili: “Se in Calabria, dopo 10 anni di M5s, non siamo in grado di esporre un candidato nostro, vuol dire che questo progetto culturale non siamo riusciti a farlo avanzare”.

Nesci conferma la sua autocandidatura alla Regione Calabria?
La mia non è una proposta autoreferenziale. In Calabria, dove non abbiamo nemmeno un consigliere regionale, il M5s è il primo partito. Nonostante tutti i dubbi e la confusione che abbiamo generato nell’elettorato con il governo adesso con il Pd e prima con la Lega, confermando di essere in grado di dialogare in maniera trasversale con le altre forze politiche, penso che il nostro elettorato in Calabria si aspetti da noi una rappresentanza del Movimento forte e battagliera. In tempi non sospetti, ho fatto questa proposta al mio capo politico. Penso che la mia figura potrebbe aggregare una squadra.

Il Movimento però, su Rousseau, ha votato per un “patto civico”.
Per me quest’apertura significa che il M5s, con il suo simbolo, la sua storia e il candidato a presidente, può fare da garanzia affinché ci sia un’aggregazione con liste civiche trasversali. Perché non vorrei che sia sempre un civismo che guarda al centrosinistra. Penso che dobbiamo aprirci a quei comitati e a quelle aggregazioni di cittadini che possano avere a cuore sia ideologie di centrodestra che di centrosinistra.

Nei giorni scorsi una decina di parlamentari calabresi ha fatto una riunione alla Camera e da quella stanza sono usciti i nomi di due ipotetici candidati: l’imprenditore Pippo Callipo e il vicepresidente dell’Associazione medici per l’Ambiente (Isde) Ferdinando Laghi.
La mia candidatura parte da giugno. È vero che i miei colleghi non vogliono spingere sulla deroga alle nostre regole e io comprendo benissimo la loro linea. D’altro canto quei nomi che girano sono proposte che vengono da alcuni parlamentari. Non c’è nessuna linea stabilita.

Quindi lei non condivide quei nomi?
No. Non condivido che a rappresentare il Movimento 5 stelle ci siano persone esterne e che, secondo me, non possono giocarsela a livello di campagna elettorale. Il mio non è un no alla singola personalità perché Callipo è un buon imprenditore e Laghi è un medico ambientalista e una persona seria con cui abbiamo fatto tante battaglie. Penso che ci voglia una figura politica del M5s, attorno alla quale si aggreghino tutte le forze sane della Calabria.

Perché i suoi colleghi sono contrari?
Loro non vogliono fare una deroga per il mandato. Io sono al secondo mandato. Dovrei interrompere il mio e candidarmi alla presidenza. Io ho specificato che mi dimetto da parlamentare e mi candido se la mia candidatura è voluta dagli iscritti e, in primis, ovviamente dal capo politico.

Ma Di Maio cosa le ha risposto?
Mi ha detto che è complicato modificare la regola del secondo mandato come eccezionalità e deroga per la Calabria. Ha apprezzato che io mi sia messa a servizio del Movimento: vorrei sapere quale parlamentare dice che si dimette per candidarsi in una Regione complicata come la Calabria…

Lei è pronta a dimettersi per candidarsi?
Certo. Mi dimetterei da parlamentare se la mia candidatura fosse accettata dagli iscritti e, ribadisco, se il capo politico volesse aprire a questa deroga.

Lei è già al secondo mandato e, candidandosi per la Regione, avrebbe garantito almeno un posto da consigliera per altri cinque anni. Non teme che l’accusino di volerlo fare per la poltrona?
Io quando mi sono proposta a Di Maio c’era un governo saldo con la Lega. La caduta del governo è stata improvvisa per tutti. Ognuno fa le analisi o le sue elucubrazioni mentali. La verità è questa. Parla per me il mio percorso politico. Non ho mai fatto ragionamenti di condominio o di collegio. Su di me ci sono tante richieste e aspettative. Ho il dovere di fare al nostro elettorato una proposta. Non me ne frega nulla delle critiche personali, voglio dare una chance alla regione che sta morendo e che noi stiamo per riconsegnare ai soliti partiti.

Pensa che qualcuno nel Movimento la stia ostacolando?
Io non vedo ostacoli personali nei miei confronti. Casomai ragionamenti di opportunità politica sulle nostre regole che non tutti vogliono cambiare. Anche io sono rimasta stupita che Cancelleri abbia lasciato il suo mandato per fare il viceministro. Sono contenta per lui e spero che possa fare un buon lavoro. La svolta governista ha cambiato tutto nel Movimento 5 stelle.

Quindi esclude accordi con il Pd alle Regionali?
Ribadisco che se il candidato a presidente è del Movimento 5 stelle si fanno ragionamenti politici con tutte le aggregazioni politiche o civiche che si vogliono. Ma aprire al Pd di Oliverio, per me non se ne parla proprio. Ne tanto meno aprire a chi quel sistema lo ha sostenuto.

E al Pd di Zingaretti?
Io non ho capito chi è, in Calabria, il Pd di Zingaretti. Ho delle remore che il Pd riesca in poco tempo a fare pulizia. Non vorrei replicare il modello umbro.

E se la sua candidatura viene bocciata?
Ribadisco che la mia non è una proposta personale, egocentrica e autoreferenziale. Il capo politico farà le deduzioni e io mi adeguerò alle sue scelte. Se in Calabria, dopo 10 anni di M5s, non siamo in grado di esporre un candidato nostro, vuol dire che questo progetto culturale non siamo riusciti a farlo avanzare. Anche se è un buon imprenditore, è normale che il Movimento esprima una forza esterna come Callipo? All’ultimo minuto, pescare esternamente non la trovo una garanzia.

COMUNI SCIOLTI PER MAFIA: IN COMMISSIONE ARRIVA MIA PROPOSTA DI LEGGE

COMUNI SCIOLTI PER MAFIA: IN COMMISSIONE ARRIVA MIA PROPOSTA DI LEGGE

In Commissione Affari Costituzionali è arrivata la Proposta di Legge a mia prima firma che si propone di aggiornare e migliorare i procedimenti di scioglimento degli enti locali conseguenti a infiltrazioni di tipo mafioso.
Più trasparenza, presenza effettiva dei Commissari presso il Comune, attenzione ai bisogni dei cittadini e ai sevizi essenziali delle città: questi gli obiettivi che hanno guidato la stesura di questa proposta, che interviene su tutte le questioni irrisolte che rendono il procedimento di scioglimento degli enti locali spesso lacunoso e poco incisivo.
Sei i pilastri su cui è stata fondata:
Incandidabilità, per renderla più certa ed effettiva;
Più controllo democratico, grazie all’istituzione del Consiglio dei cittadini, un organo formato da cittadini liberi, che coadiuvi il lavoro della Commissione straordinaria;
Più trasparenza, grazie alla pubblicazione di tutti gli atti relativi allo scioglimento dell’ente in questione direttamente sul sito del Ministero dell’Interno;
Nuove modalità di composizione e funzionamento della Commissione straordinaria, i cui membri saranno scelti tramite apposito elenco di esperti, e di cui, almeno uno, garantisca sempre presenza fisica presso gli uffici dell’ente;
Norme più severe per il personale dipendente ritenuto a conoscenza o responsabile di casi di infiltrazione;
Incentivi economici per migliorare le condizioni dell’ente e facilitare il lavoro della Commissione.

Un tentativo, dunque, di affrontare i casi di infiltrazione mafiosa negli enti locali nell’interesse primario della collettività, in un’ottica di maggiore legalità e trasparenza, per dare nuovo slancio al ruolo positivo della cittadinanza sul territorio. Le Istituzioni non dare modo di pensare che lo scioglimento per mafia sia “punitivo” verso la collettività ma che avviene a tutela degli interessi di tutti. Se le mafie si infiltrano il territorio si impoverisce, ricordiamolo sempre.

 

Qui trovate il link della Proposta di legge – http://documenti.camera.it/leg18/pdl/pdf/leg.18.pdl.camera.474.18PDL0007580.pdf

M5S, SALARIO MINIMO: SOLUZIONE PER ALZARE I REDDITI DEI LAVORATORI

Ad oggi, siamo tra i pochi Paesi europei a non aver ancora stabilito un salario minimo per i lavoratori, sempre più frequentemente schiacciati da contrattazioni al ribasso, che ne mortificano la dignità e la possibilità di condurre un’esistenza decorosa. Il MoVimento 5 Stelle ha, fin dalla sua nascita, fatto propria questa battaglia, che tocca le vite di più di 5 milioni di cittadini. E’ dal 2013 che battagliamo per una riforma radicale del nostro mercato del lavoro e quindi dare pieno compimento alle disposizioni contenute nell’art. 36 della nostra Costituzione: ogni “lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”. Facendo leva anche sulla contrattazione collettiva nazionale, bisogna avere il coraggio come Governo di stabilire nuove regole del gioco in grado di arginare le pericolose distorsioni nel settore dell’impresa e degli investimenti. Noi abbiamo già dato prova di azione con il nostro Ministro Di Maio attraverso il Decreto dignità ed il Reddito di cittadinanza. Bisogna continuare con la rivoluzione in atto e radicalmente modificare le condizioni di milioni di lavoratori italiani, per scongiurare e conseguentemente prevenire il fenomeno dei cosiddetti “working poors” e dei NEET, cioè di quei giovani che, scoraggiati, hanno smesso anche di cercarlo, un lavoro. Tramite il nostro Disegno di Legge, attualmente in Commissione Lavoro al Senato, abbiamo proposto il SALARIO MINIMO: sotto i 9 euro lordi l’ora non si scende. Una proposta che speriamo avrà il contributo fattivo e non ostruzionistico di tutte le altre forze politiche, affinché nessuno in Italia sia mai più lasciato indietro.

SCANDALO UMBRIA: ABBIAMO GIÀ LA LEGGE PRONTA PER RIVOLUZIONARE LE NOMINE DELLA DIRIGENZA SANITARIA

Dopo il clamore mediatico degli scandali della sanità Umbra, siamo pronti a legiferare. Vi spiego cosa dice il mio testo di legge già depositato alla Camera dei deputati.
Risalgono a pochi giorni fa le rivelazioni che inchiodano la (ormai) ex Presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, e l’ex Direttore Generale dell’azienda ospedaliera di Perugia, Emilio Duca. Intercettazioni vergognose, che rivelano quanto marcio si nasconda sotto la superficie patinata della vecchia politica italiana, quella del nepotismo e dei favoritismi clientelari.
Una nuova crepa nel cuore dell’Amministrazione PD del Paese, che conferma la necessità di un cambio di passo coraggioso e radicale verso una rinnovata gestione politica della cosa pubblica, a livello locale quanto nazionale.
Una ferita ancor più dolorosa, dato che, a farne le spese, è la salute dei cittadini.
Come ha affermato la Ministra Giulia Grillo a seguito della notizia, è inaccettabile che il sistema sanitario italiano risponda a logiche politiche di potere e prevaricazione.
Per il MoVimento 5 Stelle, questo concetto è chiaro da un bel po’: già durante la scorsa Legislatura, abbiamo lottato per recidere il legame nefasto tra politica e sanità. Un intreccio pericoloso che ha già posto molti ostacoli ai cittadini nell’accesso alle cure.
Anche in questa Legislatura, il nostro impegno ha dato i primi frutti concreti: ad ottobre 2018, abbiamo presentato una Proposta di Legge alla Camera, a mia prima firma, che obbligherà le Regioni a fare scelte trasparenti, senza alcuna discrezionalità.
Con questa legge, di fatto, facciamo diventare l’elenco nazionale dei direttori generali una “graduatoria” dalla quale far attingere le Regioni.
Finalmente le Regioni, che vorranno fare nomine apicali in sanità, dovranno scegliere solo per titoli colui che si trova più in alto nella “graduatoria” dell’elenco nazionale e che ha manifestato disponibilità per quel dato incarico.
Si azzera la discrezionalità, dunque, sia del Presidente di Regione, che del direttore generale nella nomina dei direttori sanitari e amministrativi.
Prevediamo la sospensione degli incarichi dirigenziali in sanità per condanna -anche non definitiva- per danno erariale da parte della corte dei conti, in relazione a condotte dolose.
In più, si prevede che chi è decaduto dall’incarico per gravi e comprovati motivi (es. aver generato un grave disavanzo finanziario o aver violato apertamente le norme di legge o di regolamento o del principio di buon andamento e imparzialità dell’amministrazione), NON potrà più essere inserito nell’elenco.
Alla luce della gravità dei fatti avvenuti e della disponibilità del Governo ad agire, speriamo che tutto il Parlamento, unito, legiferi presto sull’argomento.
Fuori la politica clientelare dalla sanità!

CALABRIA, OLIVERIO ABBIA IL CORAGGIO DI SPIEGARE LE NEFASTE CONSEGUENZE DELLA MALA GESTIONE SANITARIA

Insieme al collega M5S Francesco Sapia, chiediamo che il governatore Mario Oliverio spieghi ai calabresi i motivi reali spiegazioni degli imperdonabili ritardi burocratici sulle nuove assunzioni di personale nelle 9 Aziende del Servizio sanitario regionale. In queste strutture mancano più di duemila figure necessarie ad assicurarne il normale funzionamento, così come gli organici minimi per gestire i turni e riposi prescritti dalla legge, con gravi rischi per i pazienti, per i medici, gli infermieri e gli altri operatori.
Insieme, abbiamo lungamente denunciato l’operato del presidente Oliverio, ricordandogli che una sanità di qualità si costruisce tramite le risorse umane, non attraverso frodi e favoritismi. Eppure, Oliverio non ci ha mai risposto. Al contrario, ha totalmente ignorato l’allarme che abbiamo lanciato, perseverando nel suo comportamento irresponsabile. I milioni di euro di buco nei bilanci delle Aziende sanitarie della Regione, ne sono un esempio. Un dissesto finanziario frutto di cieche strategie nepotistiche, che hanno permesso ai fedelissimi del governatore di ricoprire i vertici aziendali del settore sanitario calabrese. Vertici per cui lo stesso Oliverio è stato denunciato alla Procura di Catanzaro e alla Corte dei Conti, ma che, paradossalmente, sono stati addirittura in grado di ricevere lauti premi di produttività.
Un dissesto morale, oltre che finanziario, che presto porterà al blocco delle assunzioni in sanità, come previsto dalla normativa di riferimento.
A seguito di ciò, le Aziende hanno trasmesso dopo circa 10 giorni i dati sulle graduatorie valide del personale, richieste dagli attuali commissari di governo per procedere allo scorrimento prima dello stop del turnover. Tuttavia, i calabresi sappiano che per il sistema burocratico calabrese il fattore tempo ha sempre importanza secondaria.
Un sistema burocratico che non risponde ai bisogni urgenti degli ospedali, di cui lascia scoperto il settore dell’emergenza-urgenza, mentre assicura il posto in reparti che sono ancora tutti da realizzare.
Per non parlare del mancato scorrimento delle graduatorie degli autisti del 118 e degli infermieri, della beffa delle Aziende nei confronti di precari storici e della guerra tra poveri che il palazzo regionale ha creato nell’indifferenza dei propri apparati burocratici. Un sistema che ha preferito continuare a garantire vecchi privilegi, come quelli previsti per il policlinico universitario Mater Domini.